Avviata la misurazione dell’odore nel polo conciario vicentino.
La mappatura dell’impatto olfattivo
Nella zona conciaria della Valle del Chiampo, nell’Ovest Vicentino, gli obiettivi di tutela dell’ambiente e miglioramento della qualità di vita si concretizzano anche nell’attenzione dedicata al problema delle molestie olfattive.
La Provincia di Vicenza ha avviato una prima campagna di rilevazione e analisi delle emissioni odorigene, affidata a Osmotech e al suo laboratorio olfattometrico al Polo Tecnologico di Pavia (attrezzati e certificati per vari servizi alle amministrazioni locali).
Conclusa nei primi mesi del 2017, questa ricognizione ha fornito misurazioni scientifiche e oggettive degli odori delineando un quadro iniziale della situazione, utile ad affrontare il problema in modo rigoroso ed efficace con ulteriori approfondimenti e azioni future.
L’iniziativa si inserisce negli interventi del progetto GIADA – Gestione Integrata Ambientale nel Distretto conciario della Valle del Chiampo, nato già nel 2001 e che prosegue con l’impegno di imprese e amministrazioni locali affiancate dall’ente dedicato, l’Agenzia distrettuale per l’Ambiente (vi aderiscono 17 comuni tra le province di Vicenza e Verona).
Concerie, ma non solo
Nel distretto veneto della concia si concentrano centinaia di aziende che lavorano pellami e numerose imprese agricole e zootecniche, oltre a industrie chimiche e metallurgiche. Tutte attività che, per i processi di lavorazione, le sostanze e i materiali impiegati, hanno speciale rilievo sotto il profilo dell’impatto ambientale e dell’inquinamento olfattivo.
Tipicamente associata alle concerie, per esempio, è la puzza di uovo marcio derivante dall’idrogeno solforato, gas tossico pericoloso ad alte concentrazioni ma che il nostro odorato avverte già a concentrazioni minime, non rischiose per la salute e però offensive e moleste all’olfatto. Questo composto dello zolfo interessa peraltro vari settori e processi industriali, dalla produzione di fertilizzanti al trattamento di acque reflue, agli allevamenti (prodotto della degradazione biologica di deiezioni animali, insieme all’ammoniaca contraddistingue le maleodoranze legate alla zootecnia).
Analisi olfattometriche e chimiche
Lo studio realizzato da Osmotech ha riguardato la valutazione dell’impatto olfattivo di 9 siti produttivi dell’area, individuati dalla Provincia e dagli enti locali come potenziali sorgenti di emissioni odorigene significative. Nello specifico si è trattato di 3 concerie, 3 stabilimenti chimici, 1 fonderia e 2 allevamenti di suini. Con il compito di effettuare la caratterizzazione olfattometrica e chimica delle emissioni, si è proceduto a:
• determinare la concentrazione di odore mediante il campionamento delle sorgenti emissive, con una campagna di prelievi da sorgenti convogliate (camini) e in aria ambiente;
• effettuare la valutazione olfattometrica quantitativa (in unità odorimetriche per metro cubo, ouE/m³) dei campioni di aria prelevati, calcolando anche il flusso emissivo di odore (OER, in unità odorimetriche al secondo ouE/s) per ciascuna sorgente al fine di quantificarne l’impatto olfattivo;
• determinare l’idrogeno solforato (H2S);
• stimare la ricaduta delle emissioni sul territorio, ossia gli effetti a distanza dall’impianto, con la concentrazione oraria di odore al suolo e avvertita dalla popolazione.
Per quest’ultimo obiettivo è stato realizzato un modello matematico di dispersione degli odori in atmosfera, che permette di simulare la portata odorigena di ciascuna sorgente sul territorio circostante tenendo conto delle variabili connesse: caratteristiche geomorfologiche del territorio, posizione del ricettore rispetto all’emissione (sopra o sotto vento) e condizioni meteorologiche prevalenti nella zona. Con uno screening preliminare di un intero anno – almeno 12 mesi consecutivi è il dominio temporale necessario per la variazione stagionale dei parametri meteorologici – si è quindi elaborato il modello di simulazione (Calmet-Calpuff, lo standard più diffuso e raccomandato dall’EPA, l’Agenzia per la protezione ambientale statunitense) ricavando la mappa del 98° percentile annuo delle concentrazioni orarie di picco di odore per ciascun sito oggetto d’indagine.
Tutti i campionamenti e le analisi olfattometriche sono stati condotti in conformità ai requisiti della norma UNI EN 13725:2004 per la quale il Laboratorio Osmotech è accreditato, e seguendo i dettami delle Linee Guida di Regione Lombardia (Dgr 15 febbraio 2012 – n. IX/3018), disposizioni di riferimento in mancanza di normativa nazionale e della Regione Veneto.
A conclusione dello studio, una relazione tecnica ha presentato i risultati fornendo i dati di emissione, qualità e concentrazione di odore, potenziale odorigeno e impatto olfattivo sul territorio di tutti gli impianti monitorati.
Si è parlato di campionamento olfattometrico e studio modellistico (applicati al caso di una discarica) nel webinar Osmotech “Misuriamo gli odori”: puoi vederlo qui